2004-08-20

Mi sono letto il libro Dire Quasi la Stessa Cosa di Umberto Eco, Bompiani, 2003, che mi è stato prestato da Leo.

Tratta delle problematiche connesse alla traduzione, nei vari sensi in cui questa può essere intesa. Fa molti riferimenti ed esempi alla sua esperienza, sia come autore, nei rapporti con i suoi traduttori in altre lingue, sia come traduttore, per gli Esercizi di Stile di Queneau e per Sylvie di Nerval, e non solo.

Ci sono svariati punti interessanti. Per esempio:

6.5 I riferimenti dei rebus e il rebus del riferimento, pag.157, c'è un rebus veramente difficile, da fare provare a Vale.

10.3 Tipi di interpretazione, pag.237, cita, in riferimento alla distanza tra la scrittura e la pronuncia dell'inglese, una burla di George Bernard Shaw che chiedeva come pronunciare ghoti. La risposta sarebbe fish, in quanto:
  • gh suona come in laugh
  • o suona come in women
  • ti suona come in nation

Nel capitolo 14 Lingue Perfette e Colori Imperfetti ci sono due parti molto stimolanti, che richiedono senz'altro un approfondimento.

La prima, a 14.1 Tertium comparationis, pag.348, parla di una lingua che non conosco, la lingua Aymara, parlata ancora oggi tra Bolivia e Perù, di cui riferisce che "anziché sulla logica bivalente (vero/falso) su cui si basa il pensiero occidentale, si basa su una logica trivalente, ed è pertanto capace di esprimere sottigliezze modali che le nostre lingue catturano solo a prezzo di faticose perifrasi". Molto interessante, da approfondire.

Tutto il brano 14.4 Colori, pag.353-363, e in particolare le osservazioni sul daltonismo alla pagina 356, sono estremamente stimolanti, devo ricordarmi di trascriverle o di scannerizzarle.

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