2005-08-12

La mattina passo dalla PU (che poi e' il soprannome della proprietaria, e si pronuncia Po) a prendere una bici la bici e, dato che avevano una camera con bagno e fan, l'ho presa per stanotte, a 250.

Faccio prima un giro al mercato, bello, e poi mi avvio per un giro delle rovine in citta'. Sono piuttosto interessanti, ma io mi rompo presto i maroni a girare per ruderi. Nel pomeriggio faccio un riposino in albergo, mi vedo un pezzo di "the terminal", e alle quattro prendo per un pelo il giro in longtailboat per i canali di Ayutthaya.

Interessante uno dei templi, il Wat Phanan Choeng, perche' pieno di gente, che metteva foglie d'oro sulle statue del Buddha e facevano una strana cerimonia: compravano dei teli zafferano lunghi qualche decina di metri, e li davano a dei ragazzi arrampicati in grembo al grande Buddha seduto, alto 20 metri (come al solito in un edificio che lo contiene appena!). Questi passavano questi lunghi teli attorno al la statua e facevano scendere la striscia, e la gente inginocchiata ai piedi della statua ci si copriva la testa, ogni telo copriva almeno dieci persone. Poi ritiravano tutto e ricominciava il giro. Il tutto in modo molto festoso.

Stiamo in giro fino alle sette. Siamo una dozzina di turisti, e faccio amicizia con un simpatico gruppo di tre studentesse di medicina indo-inglesi, che fanno un giro di due o tre mesi per l'indocina, compreso un mesetto in un ospedale della Cambogia. Molto simpatiche, una sikh, una jain del Gujarat, ma nata a Londra, e comunque vegetariana e abbastanza credente, e una "wannabe" come dicevano le sue amiche scherzando, perche' mezzosangue, di padre inglese. Studentesse a Cardiff, dicono di essere tutte indiane per caso... mah. C'e' anche una ragazza di Bologna, che si chiama Barbara, simpatica, che viaggia da sola, e un ragazzo sino-ecuadoriano, un tipo un po' strano, e un poco inquietante.

Alla fine, tra la gita in barca e le chiacchierate che ci siamo fatti al mercato dove abbiamo mangiato noodles, sono proprio contento di essere rimasto la seconda notte.

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